I VOTI DEI GIOCATORI: PERIN 6 - Spettatore non pagante, non fa rimpiangere in alcun modo Szczesny. Anzi. Fa in tempo ad andare al cinema a vedersi i "Guardiani della Galassia 3" senza che se ne senta la mancanza. GATTI 6 - Grinta e sostanza, match senza particolari sbavature. BREMER 7 - Fa venire i sorci verdi agli attaccanti avversari, non li lascia respirare e li anticipa senza pietà. Il gol di testa è ormai un marchio di fabbrica, bravissimo nella circostanza ad anticipare la presa di Carnesecchi e a regalarsi questa gioia. DANILO 6.5 - Difensivamente impeccabile, recupera molti palloni e spesso tenta la conclusione in porta. Leader. CUADRADO 6 - Di certo non racconterà la sua prestazione ai nipotini, match onesto e senza grosse scorribande degne di nota. Dall'81' BARBIERI sv FAGIOLI 7.5 - Gran qualità al servizio dei compagni, fa apparire e scomparire la palla a piacimento. L'illusionista Nicolò, poi, decide di mandare in discesa il match con un gol dei suoi. Spettacolo. PAREDES 7 - Prestazione di livello anche quella di Paredes, che disegna geometrie e movimenti nel centrocampo bianconero. In buonissima condizione, sarà importante in questo finale di stagione, con il rimpianto di averlo visto così solo a maggio. RABIOT 6.5 - Si accende nella ripresa, è sfortunato a non trovare la marcatura in due circostanze. Poi, per il resto, in netto miglioramento rispetto alle ultime uscite. Adrien, questa sera, si fa apprezzare parecchio. CHIESA 6.5 - Ci mette lo zampino in occasione del gol, col tocco che libera Fagioli al tiro. Partita generosa la sua, ma ancora lontano dai standard migliori a cui ci aveva abituato. Sicuramente meglio nella ripresa come ritmo e intensità. Dal 66' ILING JR 6 - Subentra bene a Chiesa, qualche giocata delle sue e trova anche il tempo per reclamare un rigore. POGBA 6 - Allegri gli fa proprio una bella sorpresa, per questo fin dalle prime battute prova ad incidere e a creare qualcosa. Il nuovo infortunio probabilmente lo costringerà a terminare anticipatamente una stagione costellata di negatività, ma l'importante sarà provare a ripartire più forte il prossimo anno. La Juve crede nel suo numero 10. Dal 23' MILIK 6 - Si presenta con un sinistro dalla distanza che non impensierisce Carnesecchi. Un po' impreciso, specialmente nei controlli, per un'unghia del piede gli annullano il 2-0 (che poi arriverà con Bremer). La sufficienza, comunque, la strappa. Dall'81' KEAN sv VLAHOVIC 5.5 - Impalpabile, prova a farsi vedere in tutti i modi ma non è serata. Conclude poco, l'entrata di Milik non lo agevola a livello di spazi e profondità. Da rivedere. Magari già giovedi prossimo col Siviglia... Dal 66' DI MARIA 6.5 - Gli basta poco per entrare in partita, il "Fideo" è sul pezzo e lo dimostra agevolando e rendendo più fluida la manovra offensiva che sembrava poco amalgamata. Passerà tanto dai suoi piedi la qualificazione per la finale di Europa League.
Nell’anticipo di Serie A il Lecce ribalta la Lazio, che evita però la sconfitta nel recupero. Al 94’ Milinkovic-Savic firma il 2-2, ma è comunque un buon risultato per l’Inter che domani può effettuare il sorpasso e andare a +1. RECUPERO DECISIVO – La Lazio vede i fantasmi della quarta sconfitta nelle ultime cinque giornate, si salva al 94’. Il Lecce spreca, ribalta e si illude, fa comunque un passo per la salvezza. Dopo venti minuti ingenuo sgambetto di Elseid Hysaj ad Alexis Blin che andava verso l’esterno: rigore per gli ospiti. Della battuta si incarica Gabriel Strefezza, che però apre troppo alla sua sinistra e manda a lato. Errore che paga a caro prezzo al 34’, perché su imbucata di Luis Alberto un errore di Federico Baschirotto permette a Ciro Immobile di presentarsi davanti a Wladimiro Falcone e batterlo. Il capocannoniere uscente torna al gol dopo due mesi. L’arbitro Fabio Maresca segnala due minuti di recupero, proprio quando stanno scadendo su errore in uscita della Lazio Valentin Gendrey serve Rémi Oudin che con un rasoterra secco dal limite fa 1-1. È il suo primo gol in Serie A, ma diventano due al 51’ quando corregge in rete un assist di Strefezza: doppietta e Lecce avanti. La Lazio si riversa in attacco, nel tentativo di ribaltare di nuovo la partita. A un quarto d’ora Immobile va vicino al pareggio, nel secondo dei sei minuti di recupero un destro a giro di Pedro sbatte sul palo. È il preludio al pareggio al 94’ su cross da destra rinvia male Simone Romagnoli e di testa Sergej Milinkovic-Savic trova la fortunosa carambola del 2-2.
Da Nedved a Leao. Vent'anni dopo la Champions League vinta dal Milan superando prima l'Inter in semifinale con due pareggi e poi la Juventus in finale ai rigori, torna d'attualità l'alibi legato all'assenza del top-player. Come i tifosi bianconeri recriminavano per la squalifica del centrocampista ceco, ora quelli rossoneri fanno altrettanto per l'infortunio dell'attaccante portoghese, che ieri ha saltato l'andata dell'euroderby. Capitan Calabria si è aggiunto al coro: "Se togliessimo all'Inter il giocatore migliore non sarebbe positivo per loro". Il punto è proprio questo: chi è il calciatore nerazzurro più forte? La risposta non è unanime come nel caso di Leao, anche perché la rosa a disposizione di Inzaghi è più completa e di qualità superiore. Oltre a essere più "esperta": un aggettivo utilizzato quando si vince, invece quando si perde diventa "vecchia". Basti pensare agli autori dei gol al Milan "sfortunato", secondo Ambrosini: Dzeko e Mkhitaryan (arrivati entrambi dalla Roma), 71 anni in due. Allo stesso modo, almeno fino a ieri, quando l'Inter vinceva il merito era dei giocatori, mentre quando perdeva la colpa era di Inzaghi. Bravissimo a far cambiare idea a Moratti e a smentire Sacchi, rialzandosi dopo aver toccato il punto più basso con le 11 sconfitte in questo campionato. Al termine di quella a Bologna era anche inciampato in una dichiarazione alla Mazzarri: "Se l'avessimo sbloccata, staremmo parlando di un'altra partita". Pioli ieri ha fatto peggio con una frase del tutto fuori luogo ("Fino al 7' minuto l'Inter non era mai entrata nella nostra area") per poi prendersela con l'arbitro: "Nelle situazioni dubbie ha usato due pesi e due misure". Due come gli alibi e come i gol presi, da mettere in saccoccia e portare a casa.
Termina in pareggio (1-1) la sfida tra Ancelotti e Guardiola. I Blancos passano in vantaggio nel primo tempo con Vinicius Jr. Il pareggio inglese arriva nella ripresa con De Bruyne Il Real Madrid pareggia 1-1 contro il Manchester City, allo stadio Bernabeu, nella semifinale d'andata di Champions League. Equilibrata e ancora apertissima la sfida tra Carlo Ancelotti e Pep Guardiola. Serviranno altri 90 minuti (e forse potrebbero non bastare) per sapere chi tra i due raggiungerà la finale di Istanbul contro Inter o Milan. Il risultato premia il City ma è il Real ad interpretare meglio la partita e ad avere più di qualche rimpianto per il pareggio, in virtù di una supremazia evidente soprattutto nella ripresa. Il City tiene più palla, conclude poco e rivede i fantasmi del passato della semifinale dello scorso anno, poi trova un pareggio che vale oro. Delude il giocatore più atteso Erling Haaland, fuori dal gioco e con pochissime occasioni a disposizione. Nel primo tempo sono i Citizens a comandare il gioco ma non vanno oltre qualche conclusione da fuori. I Blancos concedono il possesso palla sterile agli inglesi e si confermano micidiali con il loro gioco in verticale. Al 36' sblocca la partita il brasiliano Vinicius Junior con un tiro potente da fuori, che si insacca alle spalle di Ederson. Nella ripresa si invertono i ruoli, sono gli spagnoli ad avere in mano il pallino senza però trovare il raddoppio. Al 67' il City trova il pareggio con una bella conclusione di Kevin De Bruyne. Resta tutto ancora apertissimo in vista del ritorno, in programma tra otto giorni all'Etihad Stadium, dove ci si aspetta un match vibrante e ricco di emozioni.
Milan risorto, Lazio col tabù San Siro: due sconfitte in pochi giorni. La squadra di Pioli ha fatto dimenticare lo 0-4 dell'andata. Dopo un inizio non molto promettente per l'infortunio di Leao, il Milan ha preso in mano la partita contro una Lazio "non pervenuta". Anzi, la difesa biancoceleste, più volte lodata per la sua organizzazione, ha beccato due gol da spettatrice disattenta. Il primo di Bennacer, dopo uno scambio con Giroud; il secondo con un'imperiosa fuga di Hernandez di settanta metri. I difensori laziali sono rimasti a guardare e si sono ritrovati sotto di due gol. Il Milan ha dato la netta impressione di essere superiore, nel primo tempo. Anche nella ripresa, Milan in avanti. La Lazio è sembrata quasi rassegnata. Immobile impalpabile, attaccanti assenti, centrocampo senza nerbo. Per i rossoneri bella prestazione e speranze positive per il derby di Champions. Con questa importante vittoria, il Milan si è rimesso quindi in carreggiata e ha incassato una vittoria che prelude a un possibile posto fra le prime quattro nella volata finale. Per la Lazio, invece, la sconfitta ha dato spazio a un sorpasso della Juve nella corsa per la seconda poltrona. Pioli aveva ritrovato Tomori in difesa e aveva richiamato tutti i titolari con Krunic a centrocampo e Messias sull'out di destra. Sarri aveva recuperato Romagnoli in difesa, aveva affidato la regia a Marcos Antonio al posto dell'infortunato Cataldi. Giornata primaverile e stadio al completo, per un Milan-Lazio con chiara superiorità rossonera nella fase iniziale della gara. La prima possibilità del Milan con uno scatto di Leao, poi fermato da Provedel in uscita bassa. Per il portoghese nemmeno dieci minuti: infortunio all'inguine e sostituzione con Saelemaekers. Dopo una girata, al 17' Bennacer ha recuperato una palla appena fuori area, su errore di Marcos Antonio, l'ha scambiata con Giroud che dalla sinistra gliel'ha ridata: un sinistro al volo e Provedel battuto. La Lazio? Qualche annacquato tentativo. Al 29' grande gol di Hernandez con una fuga dalla propria area sino a venti metri dalla porta laziale: irresistibile sinistro quasi all'incrocio. Un colpo di testa debole di Immobile su palla di Hysaj da sinistra in casa laziale, poi conclusione di Bennacer deviata da Casale in angolo. Primo tempo a senso unico.